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È un formaggio che affonda le proprie origini nella tradizione degli alpeggi, come riporta lo storico Tullio Pagliana in un suo studio sulla vita dei pastori dell'Alta Val Tanaro. Le sue tracce si erano perse da tempo quando, grazie ai preziosi insegnamenti dei margari e degli stagionatori di Valcasotto, Beppino Occelli ne ha ripreso la produzione, restituendo a questa specialità casearia la dignità di grande formaggio.

Il nome deriva dal particolare aspetto delle forme che ricordano la suola delle scarpe, denominata in dialetto "sola, sora, soera". La crosta è segnata da un caratteristico nodo impresso sulla forma dal telo di lino che la fascia e la strizza nel corso della prima fase di lavorazione. La Sora o Sola è considerata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali un Prodotto Agroalimentare Tradizionale (P.A.T).

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